Lo Stomaco

Lo stomaco l'organo che per primo riceve, attraverso l'esofago, gli alimenti grezzi che sono stati preparati grazie alla semplice masticazione avvenuta nella bocca.  E quindi il primo ricettacolo del nutrimento materiale e ha l'incarico di portare a termine il grosso dell'opera svolgendo un po' il ruolo di betoniera. Impasta e mescola, oltre a dissolvere grazie all'acido cloridrico, gli alimenti ingeriti, preparandoli in tal modo al processo dell'assimilazione.  Pertanto lo stomaco presiede al compito direttamente «materiale» della digestione, mette realmente «le mani in pasta» e deve occuparsi della materia alimentare e padroneggiarla. Le malattie dello stomaco ci parlano della nostra difficoltà che incontriamo nei confronti del nostro controllo o della gestione del mondo materiale.  Contrarietà finanziarie o professionali, scolastiche o giudiziarie sceglieranno di esprimersi in questo modo, se provocano in noi preoccupazioni reali o immaginarie.  Per la sua funzione di impastatura degli alimenti, lo stomaco che ci crea problemi può anche indicare la tendenza a ruminare, a rimuginare le cose e gli eventi in maniera eccessiva.  L'acidità gastrica può allora dirci di arrestare questa ruminazione.  Acidità gastrica, ulcere o tumori sono manifestazioni la cui intensità progressiva e che esprimono la difficoltà di digerire i colpi c1 riserva o le situazioni che non ci soddisfano.  Il vomito è il segnale supplementare del rigetto puro e semplice, del rifiuto.
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Acidità Gastrica.
Cosa mi preoccupa o inquieta?
Di cosa ho paura?

Dolori allo stomaco.
Qual è la situazione che non riesco a digerire?

Gastrite acuta di breve durata.
Ho vissuto una situazione che considero ingiusta o assolutamente inaccettabile?

Gastrite cronica.
Che cosa mi è rimasto sullo stomaco? Nel caso della gastrite cronica si trovano spesso emozioni legate a situazioni di eredità, in cui la persona non ha digerito il modo in cui i beni sono stati divisi.

Cancro o tumore dello stomaco.
Colpisce in modo particolare le persone che vivono quotidianamente una situazione di impotenza di fronte a un'ingiustizia, o che provano rimorsi per un evento del passato. Ho vissuto una situazione che ho trovato particolarmente ingiusta, che non riesco ad accettare o che mi ha che non riesco ad accettare o che mi ha tolto la gioia di vivere? Sono responsabile di aver creato una situazione ingiusta che devo affrontare giorno dopo giorno?

Tumore allo stomaco in seguito alla morte di un figlio. 
Può darsi che abbia trovato la vita ingiusta nei confronti di mio figlio?

Helicobacter Pylori.
Nel 1983 alcuni ricercatori australiani hanno identificato un batterio presente nelle persone malate di ulcera gastrica o del duodeno. Gli hanno dato il nome di Helicobacter Pylori, considerandolo la causa della malattia. Un brillante ricercatore, Ryke Geerd Hamer, ha proposto l'esempio seguente: una volpe affamata vede una lepre, l'assale e la divora. Un osso della lepre le rimane conficcato nello stomaco. Malgrado tutti gli sforzi, la volpe non riesce a liberarsene. Il suo cervello deve trovare una soluzione per sopravvivere. Un gruppo di neuroni si occupa delle sensazioni della volpe, che possono essere così riassunte: qualcosa che non riesce a digerire, oltre alla paura di morire di fame se non è più in grado di alimentarsi normalmente. La risposta organica di questo gruppo di neuroni consisterà nello sviluppare un tumore allo stomaco, che produrrà un eccesso di acido cloridrico per sciogliere l'osso, e quindi per sopravvivere. Una volta che l'osso sarà completamente dissolto, lo stomaco dovrà a sua volta liberarsi dal tumore, ormai inutile. Cosa farà questa volta il cervello per risolvere il problema? Farà appello ai batteri, che avranno la funzione di sgomberare il terreno dal tumore. E' plausibile ritenere che l'eccesso di acido cloridrico proveniente dal tumore abbia creato un'ulcera alla mucosa dello stomaco o del duodeno, e che i batteri incaricati di eliminare il tumore o ciò che ne resta appartengano agli Helicobacter pylori? È veramente l'Helicobacter pylori la causa dell'ulcera, o è invece l'eccesso di acido cloridrico? Prima di scoprire la presenza del tumore, ho vissuto una situazione che trovavo completamente ingiusta
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Aerofagia. 
Significa inghiottire in maniera involontaria dell'aria, spontaneamente o assieme al cibo. Grazie alla struttura gastrica nonché alla posizione eretta e al movimento, quest'aria viene espulsa in maniera normale e naturale. Allorché essa viene inghiottita durante un pasto, è possibile espellerla con un'eruttazione. Se non correttamente eliminata, l'aria ingerita produce aerogastria, cioè un rigonfiamento, un gonfiore dello stomaco a volte assai fastidioso e disagevole; lo stomaco non elimina più l'aria deglutita perché il diaframma e le strutture muscolari e nervose che controllano l'esofago sono serrate, tese. A farsi carico di queste funzioni è il sistema nervoso autonomo. Siamo dunque in presenza di una persona tesa, sotto stress. Lo stress è riferito al mondo materiale, professionale o economico, cui si può aggiungere un senso d'urgenza, di costrizione materiale che causa all'individuo una difficoltà a gestire tutto. Ecco perché inghiotte ogni cosa, non sa più distinguere tra solido e aereo, tra l'alimento materiale che deve andare verso lo stomaco e l'alimento non materiale che deve dirigersi nei polmoni. Lo stato tensivo della persona ne ingrandisce i problemi o i timori materiali a tal punto che essi contaminano persino il non materiale, cioè i pensieri o i sentimenti, offuscandone così il giudizio. Per di più, a causa della tensione, la persona trattiene, non permette più in maniera naturale alla mente di schiarirsi, di liberarsi. La preoccupazione o l'importanza attribuite alla problematica materiale bloccano tutto. Così facendo, lo stomaco si deforma, si gonfia e, come per caso, "assume importanza" (in senso letterale e figurato) generando un malessere, un senso di saturazione, di eccessiva pienezza. L'individuo non è più in grado di ingerire o di intendere alcunché. Sarebbe allora forse opportuno lasciarsi andare, prendere un po' le distanze affinché talune parti organiche possano rilassarsi e, con il più ampio punto di vista ottenuto arretrando, sia possibile tornare a fare una cernita.

Il mal di stomaco (gastralgia o dispepsia). 
Ci parla pertanto della nostra difficoltà o delle tensioni che incontriamo cercando di controllare o di gestire il mondo materiale. Quando provocano in noi preoccupazioni reali o immaginarie, le contrarietà finanziarie o professionali, scolastiche o legali sceglieranno di esprimersi in questo modo. I molti studenti che avvertono crampi o acidità di stomaco prima di un esame sono ben consapevoli di come questi segnalino le loro inquietudini. Per la sua funzione di impastatura degli alimenti, lo stomaco che ci fa soffrire può anche indicare che abbiamo la tendenza a ruminare, a rimuginare le cose e gli eventi in maniera eccessiva. L'acidità gastrica può allora comunicarci di arrestare questo rimuginio.

Mal di stomaco, acidità gastrica e bruciori sono tutte manifestazioni la cui intensità è progressiva e che esprimono la difficoltà a digerire quello che viviamo, gli shock della vita o le situazioni che non ci soddisfano sui piano materiale.nAll'interno di questo "calderone gastrico", rigetto, rigurgito e vomito costituiscono un ulteriore segnale del rifiuto puro e semplice, dell'opposizione. Non vogliamo tenerci nello (sullo) stomaco quello che non ci va bene. È un fatto violento e fastidioso sia per l'individuo stesso sia per coloro che gli sono vicini; presenta tuttavia il vantaggio di essere efficace, rapido e salvifico, almeno per il momento.

La nausea.
Si colloca proprio prima dello stadio di vomito. Quest'impulso, questo fastidioso senso cosiddetto di vomito, spesso associato a una specie di malessere generale, può essere legato a uno stato spasmofilo, chiaramente se non è stato ingerito un alimento indigesto. La nausea e i suoi effetti collaterali sono infatti prodotti nell'organismo dal sistema nervoso autonomo.Ci troviamo in presenza di una persona che non digerisce quello che vive. La sua situazione, l'ambiente personale o materiale sono troppo pesanti da gestire, le risultano gravosi. Certamente un po' perfezionista, l'individuo vuole eccedere nella perfezione o svolgere troppe cose nello stesso tempo. Forse, dentro di lui c'è confusione. Ha la tendenza a mescolare tutto senza riuscire davvero a distinguere. Questa saturazione interiore genera un malessere da accumulo. Le nausee ne costituiscono il segnale. Spiegazioni meccaniche a parte, le nausee che compaiono durante una gravidanza esprimono l'incertezza della futura madre verso la capacità di farsi carico, di accudire il bambino. Tale incertezza nella maggior parte dei casi non è cosciente e non ha nulla a che vedere con il desiderio e il piacere di avere il bambino. La futura madre prova certamente il timore di non essere perfetta. Ve ne rendete conto? Che responsabilità! Riuscirò, sarò in grado, sarò capace di garantire tutto nello stesso tempo? Lo stato di madre e quello di donna, occuparmi di mio figlio e continuare ,a svolgere il mio lavoro, essere disponibile per il bambino o mio marito ecc??? È senz'altro possibile aiutare la persona permettendole di "rodersi meno il fegato", perché a essere soggetti a nausea o senso di vomito sono principalmente gli individui ansiosi di natura.

Ulcera gastrica.
È in realtà l'aggravamento dei segnali precedenti, ossia acidità, bruciori e mal di stomaco. Quando questi sono temporanei, indicano la natura benigna della contrarietà. Se invece risultano duraturi, segnalano la profondità della tensione o dello squilibrio comportamentale. Citerò come esempio i vari casi di ulcera gastrica, spesso dovuta a contrarietà professionali e da tempo la malattia "preferita" degli uomini d'affari. Le cifre sono certo diminuite oggigiorno, perché ora si sa come far tacere lo stomaco.

Gastroenterite.
Si tratta di un'infiammazione di origine infettiva che colpisce stomaco e intestino tenue al tempo stesso. Oltre al significato generale già osservato nei vari problemi collegati allo stomaco, vi si aggiunge il fatto che si tratta di uno stato infiammatorio il quale si ripercuote anche sull'intestino tenue. Le difficoltà a gestire l'ambiente materiale e in particolare professionale (o scolastico) generano frustrazioni o collera. Fatichiamo ad accettare o ad assimilare quanto sta accadendo. Non accettiamo di digerirlo. L'origine infettiva indica assai precisamente che scarichiamo la responsabilità su un mondo esterno che ci aggredisce o ci limita. Giacché il meccanismo avviene in maniera occulta, profonda e sotterranea, la risposta che produciamo scaturisce dal medesimo livello. Il rifiuto di assimilare si traduce fisicamente in un'evacuazione difficile da controllare e talvolta violenta, dolorosa.
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Indigestione 
Può manifestarsi con bruciori quando la digestione non avviene correttamente. Che cosa abbiamo sentito dire mentre eravamo a tavola, o dopo pranzo, che non abbiamo digerito? A meno che non sia una persona o una situazione che non accettiamo. Che cosa mi pare difficile da digerire, da accettare?

Ulcera allo stomaco
È una lesione della mucosa gastrica che non si cicatrizza normalmente. Esprime molto spesso la collera nei confronti di una situazione che abbiamo trovato ingiusta, ma davanti alla quale ci siamo sentiti impotenti perché non riuscivamo a cambiare proprio nulla. La collera di questa situazione non digerita continua a irritarci tutte le volte che si torna sull'argomento. Persiste e ci rode dall'interno, fino a far nascere il rancore o l'odio. Mi lascio rodere interiormente da un odio o da un rancore che riguarda una situazione che non ho digerito?

Cancro allo stomaco.  
Riguarda in particolare le persone che vivono quasi quotidianamente in una situazione di impotenza nei confronti di un'ingiustizia, o che provano rimorso rispetto a un evento passato. Ho vissuto una situazione che considero molto ingiusta nei miei confronti, e che mi ha tolto il gusto di vivere? Mi sento responsabile di aver creato una situazione ingiusta, che devo affrontare tutti i giorni?
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